mercoledì 28 gennaio 2009

LAOS - ULTIME BATTUTE











SiemReap (Cambogia), 28/01/2009, di Tommaso Mazzocchi

Dopo una nottata di festeggiamenti passata a Ventiane, lasciamo il Laos alle prime luci dell'alba a bordo di un piccolo aereo ad elica diretto a Siem Reap - Cambogia. A partire da domani cominceremo la visita dell'enorme sito archeologico di Angkor aspettando l'arrivo di Christophe, amico parigino grazie al quale verra' portata a termine la triplice alleanza Italia - USA - Francia.

Da Luanprabang i giorni sono passati velocissimi... le highlights sono state:

un piatto di pesce in uno dei migliori ristoranti della citta' ha costretto Fede al solo e unico tragitto bagno-letto letto-bagno durante praticamente tutta la permanenza a Luanprabang, cosicche' io e il vecchio Raymond ne abbiamo approfittato per darci alla pazza gioia tra feste, massaggi, saune e ristoranti rinomati...

Lasciata Luanprabang a bordo di un pullman, in sole 6 ore di tornanti percorriamo i 160 km che ci separano da Vang Vieng! Per chiunque fosse alla ricerca di un'esperienza esotica e fuori dai comuni schemi del nostro mondo capitalistico, consiglio caldamente di provare qualsiasi tratta a bordo di un bus di linea laotiano: orario di partenza puramente casuale (il nostro bus parte un'ora e mezza dopo l 'orario previsto) e tantissime le soste durante le quali sale a bordo ogni genere di fauna umana trasportando qualsiasi tipo di mercanzia: polli, galline, pesci o semplicemente grandi sacchi contenenti chissa' che cosa. Una volta esauriti i posti a sedere, l'autista, probabilmente per arrotondare lo stipendio, continua a far salire gente finche' anche il corridoio non si riempie del tutto...ma il bello doveva ancora venire... In Laos, per chi non lo sapesse, sputare dai finestrini esibendosi in rumorosissimi grugniti con il naso e' una pratica consolidata e apprezzata tra i locali, sta di fatto che durante il viaggio abbiamo assistito ad uno spettacolo indimenticabile che ci ha fatto ammazzare dalle risate...chiaramente non potevamo esimerci dal partecipare alla competizione e l'esperienza accomulata in anni di CUS ci ha fatto guadagnare il rispetto di tutti i presenti!

Vang Vieng, citta' di poche case e di qualche Guest House, conta appena due vie che vengono distinte in Grande e Piccola. Bellissimo il panorama di monatagne che si gode dalle terrazze che danno sul fiume, specialmente se ammirate al tramonto. Passiamo una giornata intera in bicicletta alla ricerca di caverne e lagune blu (che in realta' tanto blu non erano!), avventurandoci lungo un sentiero polveroso e accidentato che collega moltissimi villaggi pieni di bambini che giocano con palloni da calcio bucati. 45 i km percorsi. Compagna di avventura e' Clotilde, ragazza francese conosciuta giorni prima a bordo della Slow Boat durante la traversara sul Mekong e che fara' parte dei nostri fino a Ventiane.

Raggiungiamo Ventiane pagaiando a bordo di Kayak lungo un tratto di fiume che collega le due citta'. Non riuscendo a prendere un accordo, per non finire in rissa formiamo due coppie Rossi-Bonomi... tutto il tragitto sara' un continuo punta a punta e imitazioni del grande Bisteccone Galeazzi e della celebre telecronaca che accompagno' i campioni di Sydney verso il traguardo: "'ale'Antonio, ale' Beniamino, ale' che sei il piu' forte del mondo...116 - 118...si guarda a destra si guarda a sinistra ed e' l'Itaaaalia!!!"

Dopo rapide, bagni e tuffi da scogli altissimi, un pick up ci porta fino a Ventiane, la capitale, dove a sera festeggiamo il 23simo compleanno di Clotilde che si commuove per la piccola festa che le abbiamo organizzato in un bar del centro e il regalo che le abbiamo fatto prima di partire per la Cambogia.

ps ABBIAMO AGGIUNTO NUOVE FOTO NEL POST DELLA MOTOCICLETTA!

venerdì 23 gennaio 2009

LA MAGIA DEL MEKONG

Louangprabang, 15.50, 23/01/2009, di Federico Ucci

























Una piccola piroga a motore, carica di turisti, ci ha traghettato sul lato orientale del Mekong ed abbiamo finalmente messo piede in Laos!

Il Laos e' uno dei paesi piu' poveri del mondo, la corrente elettrica, sebbene prodotta in grande quantita' dalla piu grande diga del sud-est asiatico, raggiunge solo le citta' principali, poiche' viene quasi totalmente venduta ai cugini Thailandesi, contribuendo in modo preponderante alla creazione della ricchezza del Laos. Per non parlare del telefono! I cellulari prendono solo nella capitale e citta' limitrofe ed internet e' una specie di lusso.
Le strade sono quasi tutte dei buoni sterrati e l'unica vera autostrada si chiama Mekong: il dodicesimo fiume piu lungo del mondo. Il Mekong non e' solo via di comunicazione dove le merci transitano sul percorso Cina, Thailandia, Laos, Vietnam, ma e' anche una vera e propria fonte di vita. Il pesce gatto, le alghe essiccate, i gamberi di fiume e via dicendo costituiscono la base dell'alimentazione Laotiana.
La nostra prima meta nel paese dei mille elefanti e' l'antica capitale, Louangprabang, di cui sappiamo poco e niente, se non che dal confine e' raggiungibile in 15 ore di bus (550 Km) o in due giorni di navigazione lungo il Mekong (300Km). Ovviamente optiamo per questa seconda opzione, malgrado gli scetticismi iniziali dovuti alla lunghezza del viaggio, alla rudimentalita' della barca ed alla possibilita' di contrarre la malaria.
Il viaggio si rivela un'esperienza unica! In due giorni scopriamo tutte le mille faccie di questo fiume meraviglioso, insieme ad un bel gruppone di giovani routard con i quali, grazie all'esuberanza di Raymond, e' piu facile rompere il ghiaccio (ed anche le palle per la verita'!).
Se il primo giorno chiacchieriamo, ammiriamo i pescatori, i cercatori d'oro, le lavandaie e...le rapide scoscese che sembrano poter sconquassare il nostro battellino ad ogni istante, il secondo giorno lo passiamo a socializzare e a sentire i racconti piu disparati. Grazie sempre al caro Raimondo convinciamo tutta la barca a partecipare ad una specie di Karaoke. INCREDIBILE: non solo si canta tutti insieme Cielito Lindo grazie alla chitarra di un'amica argentina, ma tutti devono anche cantare l'inno nazionale in rappresentanza del proprio paese. Ovviamente Mameli e' in Pole Position, ma rotto il ghiaccio tutti si lanciano e, udite udite, assistiamo perfino all'inno Laotiano cantato da un marinaio in assolo ed all'inno nipponico cantato da una timida coppia giapponese. Vi lascio immaginare l'atmosfera...

All'attracco penso che dal Mekong il mondo sembra veramente grande: in 2 giorni abbiamo fatto si e no un centimetro sulla cartina...ma quanti chilometri sulla strada della conoscienza!
Per chiudere in poesia, ho gia' mal di pancia...mannaggia sta cucina Lao!
Un saluto a tutti, in particolare ad una nostra appassionata lettrice da San Mauro Torinese

lunedì 19 gennaio 2009

DIARIO DELLA MOTOCICLETTA











Chiang Chong, 19/01/2008, di Tommaso Mazzocchi

crivo da Chiang Chong, cittadina di frontiera dell'estremo nord thailandese raggiunta in serata dopo sei ore di bus da Chiang Mai.. solo un piccolo tratto del fiume Mekong separa Thailandia e Laos..

Dopo i giorni passati tra foreste, camminate, elefanti e notti insonni partiamo alla volta della zona piu' settentrionale della Thailandia, quella comunemente conosciuta come triangolo d'oro, laddove Thailandia, Laos e Birmania si incontrano. Quest'area ha per molti anni soddisfatto circa la meta' del fabbisogno mondiale di oppio e le citta' di frontiera, come quella in cui dormiremo questa notte, sono quelle piu' legate alle attivita' di contrabbando ancora molto redditizie specialmente in Laos e Birmania.

800 i km totali percorsi a bordo delle nostre Kawasaki 250 cc.

Raggiunta la citta' di Fang dopo l'interminabile statale che collega Chiang Mai a Chiang Rai, imbocchiamo una piccola deviazione che ci portera'al villaggio di Mae Salong dopo centinaia di tornanti lungo una dorsale montana sul confine birmano. Mae Salong da l'impressione di trovarsi improvvisamente in un villaggio cinese: i muri delle case sono decorati da stendardi rossi con caratteri cinesi d'oro disegnati al centro e i vecchi del mercato conoscono solo la lingua cinese, mentre il thailandese e' parlato solo dai giovani. Il primo giorno e' stato un alternarsi continuo di passi collinari, montani, tantissime curve e strade polverose tra villaggi in cui il tempo sembra esserse fermato molti anni fa.

Abbiamo passato la notte a Mae Sai, anonima citta' di frontiera che ha come unica peculiarita quella di essere la citta' piu' settentrinale della Thailandia.

Il secondo giorno ci ha riservato la visita del bellissimo e coloratissimo mercato di Chiang Saen, una tra le antiche capitali thailandesi, affacciata sul fiume Mekong proprio dove Thailandia, Laos e Birmania si incontrano in corrispondenza della famosa frontiera conosciuta come Triangolo d'oro. Lasciata Mae Saen e' stato un susseguirsi di lunghissimi rettilinei lungo strade periferiche dirette a Chiang Mai. Per moltissimi km le strade di campagna costeggiano le ordinatissime campagne di riso, moltissime le mondine curve sotto il sole intente nella semina...

Per molti km la strada non ci ha regalato nemmeno una curva, per sconfiggere la noia immaginavo che ad un motociclista che almeno 60 anni fa si trovava a passare per Pavia, lo spettacolo che gli si doveva parare davanti agli occhi non doveva poi essere tanto diverso da quello che si vedeva dalla mia sella: le risaie allagate, le mondine con i loro cappelli di paglia per ripararsi dal sole e i piedi a mollo nell'acqua gelida della campagna allagata...mi sarebbe piaciuto continuare quel gioco, quando, senza quasi accorgermene, passiamo dal silenzio della campagna ai rumori della citta'...eravamo di nuovo a Chiang Mai.
Consegnate le moto ritorniamo al nostro hotel: in camera troviamo Raymond, simpaticissimo amico americano che ci ha raggiunto da New York per continuare il viaggio insieme a me e Fede!

sabato 17 gennaio 2009

CHIANG MAI: TREKKING NELLA GIUNGLA

Chaing Mai, 17/01/2009, 21.15 di Federico Ucci




Siamo di ritorno da un trekking di tre giorni nel folto della giungla thailandese, durante il quale, oltre a camminare, siamo andati a dorso di elefante, abbiamo fatto rafting nei torrenti su zattere di bamboo (fighissimo ma un po' pericoloso a dire il vero...), ci siamo lavati nei rivoli di montagna e soprattutto preso un freddo del Budda!!!

Infatti non sapevamo che l'escursione termica quotidiana nelle alture thailandesi e' di oltre venti gradi e che quindi se di giorno si cammina tranquillamente in maglietta, di sera ci sono solo pochi gradi sopra lo zero. Abbiamo fatto l'amara scoperta solo la sera del primo giorno, ormai lontani da ogni forma di civilta', alloggiati in una baracca di bamboo (all'aperto insomma) nel mezzo del bosco. Finche' si stava tutti attorno al fuoco a bere birre e a cantare Bob Marley tutto bene, ma quando si e' trattato di andare a dormire e di ripararsi con le misere coperte offerteci dai locali, la realta' montana ci e' apparsa in tutta la sua durezza! Giuro, non si poteva chiudere occhio dal freddo. Tommy, addirittura, per evitare l'assideramento, ha passato la notte all'aperto, sveglio davanti al fuoco, per coricarsi solo verso le 5 di mattina con giubbotto e scarpe! Io stesso sono uscito all'alba e non dimentichero' mai la faccia di Tommy che esce dalla capanna verso le 6: con gli occhi impastati, tutto bardato, con i pantaloni infilati dentro le calze tipo zuava, tremante, non mi lascia neanche aprire bocca e dice :"Fede, cazzo, noi ce ne andiamo sicuro!" Non ho potuto fare a meno di scoppiare a ridere!!!

A parte il freddo notturno, la compagnia era ottima, 11 ragazzi e ragazze tutti provenienti da paesi diversi e accompagnati da due guide thailandesi piu' sgangherate che mai.

Nonostante il trekking sia stato piuttosto leggero e fossimo partiti un po' prevenuti verso il tour organizzato, complessivamente si e' trattato di un'esperienza positiva, soprattutto per quanto riguarda i bellissimi paesaggi e la comitiva di ragazzi molto simpatici.

Saluti a tutti, in particolare alle mamme!!

FEDE

domenica 11 gennaio 2009

AYUTTHAYA

Ayutthaya, 11.01.2009 di Tommaso Mazzocchi
Raggiunta ieri sera dopo una giornata di viaggio a bordo di Pick-Up, traghetti, Tuk Tuk e Taxi (Kho Lanta-Puket-Bangkok), alle 09.30 di stamattina stavamo gia' salutando Bangkok dal finestrino di un treno diretto a Nord: la nostra meta questa volta e' Ayutthaya.

Antica capitale thailandese disegnata dall'incontro dei fiumi Chao Praya e Pa Sak, a partire dalla meta' del XIV secolo Ayutthaya fu centro di un grande e ricchissimo (grazie al commercio del riso!) impero che si estendeva a est fino ad Angkor (attuale Cambogia) e a ovest fino a Pegu (attuale Birmania) e frequentato dai migliori tra i mercanti europei, mediorientali e asiatici. La citta' fu messa a ferro e fuoco dai birmani agli inizi del XVII secolo e oggi non restano che alcuni tra i 2000 wat (templi) della vecchia capitale.

La giornata di oggi e' stata dedicata alla visita di alcuni di questi wat buddhisti, che nonostante le loro antiche origini, giocano ancora oggi un ruolo essenziale all'interno della societa' thailandese. Sede di scuole e centro della vita sociale e comunitaria dei villaggi, i wat thailandesi ospitano i numerosissimi monaci (300.000 in Thailandia) che vivono al loro interno esercitando e insegnando le regole della condotta umana dettate dal Buddha piu' di 2500 anni fa. La tradizione prevede che ogni maschio buddhista entri in monacato per almeno un periodo della sua vita e l'ingresso di un giovane in monastero significa una grande soddisfazione per i genitori che vedono ripagati i loro insegnamenti.
Durante la permanenza al tempio il monaco ascolta i sermoni, studia il Tripitaka, pratica la meditazione e impara le virtu' di una vita ascetica. Partecipa inoltre ai lavori del monastero: lava i piatti e fa le pulizie.
All'alba esce andando di casa in casa per ricevere il cibo quotidiano che gli viene offerto dalla gente dei villaggi e delle citta'.

Ayutthaya, nonostante disti appena 85 km dalla capitale, sembra lontana dalla volgarita' di Bangkok: sporca, caotica, appestata, dove l'acqua e' inquinata e l'aria carica di piombo, dove una persona su cinque non ha una vera casa e una su sessanta ha il virus dell'AIDS, una donna su trenta si prostituisce e ogni ora qualcuno si uccide. Ad Ayutthaya la gente sembra essere ancora consapevole che in mezzo alle persone in carne e ossa vivano altri esseri, invisibili questi, creati dalla fantasia, dall'amore, dal timore della gente. I Thai, come gli altri popoli della regione, chiamano questi esseri pii, spiriti. (T.Terzani, Un indovino mi disse).
Ad Ayutthaya ogni azione della vita sembra regolata in modo da non offendere o recare disturbo agli spiriti. La pace che regna tra i due fiumi della citta', oggi, mentre pedalavamo per le sue strade o camminavamo in mezzo ai suoi templi o nei mercati, mi ha dato l'impressione che tutto quello che avevo letto fino ad ora sui pii, non fosse semplicemente il frutto di antiche leggende o di astruse superstizioni.











STRESSFUL KOH LANTA!

Bangkok, 00.04, 11/01/2009 by Fede & Tommy

Hi everyone, this is the first page of the blog we approach together. Together, since we have completed the first chapter of this long journey: the southern part of Thailand, the one very well known for paradise islands, sandy beaches and coconuts on the shore.

As you can see from the picture we took in Koh Lanta, life there is pretty stressful. You know...take your scooter, ride for 10 minutes to this beautiful beach, fix the umbrella, open the umbrella, ask for a fresh fruit shake...all these heavy activities I am sure make you so happy of being anywhere else in the world.

We have also had the chance to meet some very friendly routard on our way, from Austria, Australia, USA, UK, and it has been nice to share travel tips with them. Most of these people have been travelling for more than 6 months and the two of us, with our skinny 5 days look quite ridicolous.

The next chapter will be the north of Thailand, and precisely Ayuttaya (Thanks Louis!), the ancient capital, and Chang Mai, where a three days jungle trekking as well as a motorbike tour in the Golden Triangle wait for us. We will keep you up to date in what promises to be a much harder and much stronger experience than the islands we just left.

Un saluto a tutti i nostri appassionati lettori (6...sigh..)

Fede & Tommy

venerdì 9 gennaio 2009

KHO LANTA


Kho Lanta, 01.25, 09.01.2009, di Tommaso Mazzocchi

Kho Lanta e' un'isoletta del profondo sud thailandese. Lasciata Bangkok alle 06.00 del mattino di un paio di giorni fa con un aereo prenotato alle 20.00 del giorno prima, siamo stati catapultati in una dimensione paradisiaca: spiagge, palme, mare turchese e paesaggi ancora vergini. L'ambiente e' molto bohemien, pochissimi turisti e i pochi si notano appena durante il giorno perche' disseminati nelle numerose baie dell'isola, per poi ritrovarli la notte nel bungalow vicino o per una cena o per un falo' in riva al mare. Stasera ad esempio siamo stati in compagnia di un gruppo di ragazzi australiani per una grigliata notturna. Domani si andra' in spiaggia insieme. le giornate trascorrono oziose in attesa del grande nord.
Saluti

mercoledì 7 gennaio 2009

BANGKOK - SECONDO GIORNO



Bangkok 07.01.2009, 00.03, di Tommaso Mazzocchi



Bangkok e' tappa obbligata per chiunque desideri viaggiare in Thailandia, di conseguenza prima meta anche per noi. Si tratta di una citta' dalle dimensioni spaventose, traffico stradale insostenibile, caotica, stressante. Giusto per darvi due cifre significative: l'agglomerato di Bangkok ospita il 10% della popolazione thailandese (10.000.000 di abitanti!) e il 90% delle automobili immatricolate in tutto il paese...vi lascio immaginare il bordello! Nel nostro girovagare per la citta', che spesso e' stato uno sfrecciare a bordo di bolidi a tre ruote chiamati TUK TUK, tanti sono stati pero' gli elementi positivi che compensano il delirio quotidiano di questa capitale: templi magnifici, palazzi maestosi in stile thai, musei, ristoranti di ogni genere, vita notturna animata.
Dormiamo in una delle zone piu' suggestive della citta' che si stende in riva ad un fiume enorme, il Chao Phraya (da cui la canzone di Raul Casadei: Chao Chao Chao Praya), dal cui tratto principale si diramano miriadi di khlong, ovvero canali, che da secoli sono utilizzati come principali vie di comunicazione per tutta la Thailandia.
I turisti trovati in questi pochi giorni a Bangkok sono nella maggior parte Routard (quelli con lo zaino in spalla per intenderci), viaggiatori rispettosi che si confondono nel normale fluire della vita quotidiana.
Bangkok offre immagini forti e contrastanti, lusso e miseria convivono con apparente naturalezza, i quartieri sono riversi di persone, bancarelle, un vociare continuo e confuso di gente che tenta di vendere qualcosa, odore di cibo che si confonde con quello acre degli scappamenti dei motori.
Nelle sue contraddizioni e brutture trovo Bangkok bella, come possono essere belle solo le cose autentiche e mai scontate.
Domani Sud (ovviamente x accontentare quel terrone di Fede!)
Saluti e baci

martedì 6 gennaio 2009

HELLO THAILAND!

Bangkok, 06/01/2009, 23.51, di Federico Ucci

Oggi mi sento italiano percio' scrivero' in italiano! Siamo a Bangkok da gia' due giorni.Una capitale effervescente, bella nel suo genere anche se trafficatissima, inquinatissima, rumorossima,praticamente invivibile.

Con tommy ci siamo divisi gli argomenti di cui trattare, e a me e' toccato il ben noto problema della prostituzione, dilagante nella capitale.

Ieri sera, dopo la cena in un lussuoso ristorante dove il red curry ci ha infuocato la bocca, siamo andati a rinfrescarci e a prendere una birra nel famoso quartiere di Patpong, noto per i suoi mercati notturni ed i locali a luci rosse! Era assolutamente incredibile vedere accanto ai mercati decine di bar tutti uguali, con diverse ragazze in abiti succinti (...) a ballare in modo vuoto ed impersonale sui banconi, con addirittura un numero al reggiseno, pronte per essere scelte dal primo puttaniere. Sempre sulla strada era presente un intrattenitore, dedito ad attrarre clienti, nell'affannosa quanto vana ricerca di differenziare il suo locale rispetto agli altri. Le scene piu squallide pero' erano costituite dalle bambine 12enni, all'enrata dei locali, o dai bonzoni inglesi sudati con a braccetto qualche giovanissima asiatica.

Di fronte a questa scena siamo stati assaliti da un sentimento di sconforto e pena per una situazione non facilmente risolvibile, e della quale gli europei sono la causa primaria.

A parte questa parentesi la thailandia per ora si prospetta fighissima, come leggerete a breve nella pagina del vecchio Tom. Domani ci imbarchiamo per qualche giorno di mare nelle isole del sud!

Un bacione a tutti, specialmente a questa persona che spero legga il blog prima o poi...

FEDE

lunedì 5 gennaio 2009

EN ROUTE!

Abu Dhabi, 21.20 - 04/01/2009, by Federico Ucci

I am proud to inaugurate my first page on this blog from the internet centre of Abu Dhabi Airport, while waiting to board our Boeing 777 to Bangkok!

It is an unbelieveble sensation to be eventually on the road for this trip, through so many countries and different cultures. It is my first time in Asia and the impact with the asian world promises to be stunning, although smoothed by the year and a half I have spent in the Indian borough of Paris.

The trip plan is still a work in progress, but will roughly be Bangkok, then North of Thailand, then streight into Laos, down to Cambodia, then south of Vietnam, where Christophe will join us on the 29th. Eventually up til the north, and home, in Mamma's confy arms!

The tip of the day is:

- Tommy as usual asleep right from takeoff, snoaring, wakes up exactly in the second in which the flight attendant comes by with some awsome icecream, and of course asks for a vanilla one! Of course, our motto is "never miss a meal on a plane!"

Saluti a tutti, in particolare a qualcuno che spero stia leggendo il blog da Parigi...

giovedì 1 gennaio 2009

VIGILIA DI UNA NUOVA PARTENZA

Pavia 01/01/09 di Tommaso Mazzocchi
Solo poche ore fa finiva il 2008. Ho pensato che inaugurare questo mio / nostro diario di viaggio con l'inizio del nuovo anno potesse essere di buon auspicio. Eccomi quindi a "battere sui tasti" per la prima volta nel tentativo di bullarmi con quanti più amici possibile dell'incredibile avventura che io e Fede e Christophe (che ci raggiungerà a metà percorso) affronteremo tra pochissimi giorni.
Per più di un mese ci muoveremo attraverso Thailandia, Cambogia, Laos e Vietnam. Al momento tutte le nostre preoccupazioni sono andate non tanto all'organizzazione del viaggio quanto più al difficoltoso ottenimento dei "visti" che ci permetteranno il semplice ingresso nei paesi che intendiamo visitare, che unito alla lentezza delle poste, hanno rischiato di compromettere i nostri piani. Mio fratello Dudi in "MISSIONE PASSAPORTO" ha dimostrato intrepido coraggio e determinazione: come in "Rambo I" penetra all'interno della sede romana dell'ambasciata vietnamita, sgozza la "receptionista" e recupera con maestria il passaporto di Fede che ormai eravamo rassegnati ad avere perso per sempre. Il nostro viaggio è salvo!
La prima tappa sarà Bangkok, capitale thailandese, via di ingresso internazionale del paese, nonchè sede del governo, degli affari e della famiglia reale. Le guide turstiche la descrivono quasi come una città-stato, divenuta caotica e frenetica nel corso degli anni, presenta poche analogie con il resto della nazione. Nel suo complesso invece la Thailandia offre incredibili ricchezze naturali, spiagge stupende, un'affascinante tradizione culturale, innumerevoli piantagioni di riso, una splendida e antica architettura, gente calorosa e a quanto pare molto ospitale.
La Thailandia è divisa in quattro regioni: le pianure centrali di cui Bangkok fa parte, il nord, che comprende Chiang Mai e Chiang Rai, il nord-est ed infine il sud che si estende dalla capitale fino ai confini della Malesia. Ci attende una Thailandia che da pochi giorni sta tentando di risollevarsi da mesi di turbolenze politiche tramite l'instaurazione di un nuovo governo guidato dal primo ministro Abhisit Vejjajiva che il 22 dicembre scorso ha giurato davanti al re Bhumibol Adulyadej (rispettatissimo monarca di 81 anni, asceso al trono nel 1946 con il nome di "Rama IX", ultimo esponente della dinastia Chakri). Abhisit e' stato eletto primo ministro dal Parlamento dopo la decisione della Corte Costituzionale del 2 dicembre scorso, durante la quale era stato messo al bando il partito dell'ex premier Thaksin Shinawatra. Viaggeremo quindi attraverso una Thailandia che tenta faticosamente di risollevarsi dalla crisi politica degli ultimi mesi, crisi che ha avuto pesanti ripercussioni anche sull'economia del paese.
Leggo su internet che il problema principale del nuovo premier, per il momento, sembra quello di riconquistare il turismo, da sempre uno dei punti di forza della Thailandia, crollato drasticamente nell'ultimo periodo. A Phuket, isola dove si concentra la maggior parte dei visitatori stranieri, la stagione sembra essere la peggiore di sempre, anche di quella del 2004, quando lo tsunami provoco' oltre cinquemila vittime proprio nel periodo delle vacanze natalizie.
Antefatto: E' stata chiamata “battaglia finale” ed è stato uno scontro a più facce: da una parte c’è il confronto verticale fra i militanti del Pad (Alleanza del Popolo per la democrazia) e il governo supportato dalla polizia; dall’altra quello orizzontale fra fazioni politiche di diverso colore, pro o contro l’esecutivo. Si è trattato di uno scontro che ha rischiato di degenerare in guerra civile, visti gli avvenimenti degli ultimi mesi, che hanno registrato un rigurgito di protesta nella capitale Bangkok, toccando le sedi istituzionali del potere. I manifestanti del Pad hanno dapprima “assediato” la sede del Parlamento, impedendo all’assemblea di riunirsi (i parlamentari hanno dovuto spostarsi in un luogo segreto); per poi circondare il quartier generale dell’esercito provocando l’imbarazzo dei militari. Nel mese di novembre hanno bloccato l'aeroporto internazionale Suvarnabhumi di Bangkok in una manifestazione di massa che ha scosso l’intero paese: circa 10mila militanti del Pad hanno forzato il cordone di polizia disposto a protezione dello scalo, occupando i terminal e costringendo le autorità aeroportuali a dirottare in altre città tutto il traffico aereo previsto sulla capitale. L’obiettivo immediato (e simbolico) era quello di impedire il ritorno nella capitale al Premier Somchai Wongsawat, volato in Perù giorni prima per partecipare ad un summit. Lo scopo della manifestazione era il rovesciamento del governo in un braccio di ferro che durava ormai da mesi. I militanti del Pad accusavano il Premier Somchai Wongsawat di essere una "marionetta" nelle mani dell’ex Premier Thaksin Shinawatra, il politico andato al potere grazie alla sua forza economica e al consenso ottenuto nelle aree rurali, fra i ceti agrari. Thaksin, deposto nel 2006 da un colpo di stato militare, sullo sfondo di accuse di corruzione e di abuso di potere, seppur in esilio, a detta del Pad continuava a controllare saldamente la politica nazionale grazie alla sua rete di amicizie e parentele. L’accusa riguarda sia l'appena deposto Premier Somchai (parente di Thaksin), sia il suo immediato predecessore, Samak Sundaravej, in carica da febbraio a settembre 2008, anch’egli duramente contestato e costretto alle dimissioni dopo un pronunciamento della Corte suprema. Sta di fatto che il Pad non ha allentato la morsa e già nel mese di ottobre aveva portato centomila attivisti a marciare in direzione del parlamento nella più grande manifestazione mai organizzata nel paese, repressa con durezza dalla polizia. Nei mesi scorsi, poi, il nuovo appello alla piazza ha provocato un attentato: il 20 novembre una bomba è esplosa in mezzo ad un gruppo di membri del Pad che presidiava l'edificio del governo. Il bilancio è di un morto e 29 feriti. L’episodio ha rinfocolato gli animi e convinto i militanti del Pad a indire nuove clamorose forme di protesta come il blocco dell’aeroporto e l’assedio ai palazzi del potere. Almeno 10 mila sostenitori di Thaksin sono quindi giunti a Bangkok, radunandosi in un tempio buddista alla periferia della città per sostenere il governo. A monte vi è il conflitto sociale che attraversa in modo orizzontale la nazione: da un lato la classe media urbana, fatta di imprenditori, commercianti, intellettuali, coagulati nel Pad; dall’altra le masse contadine ed artigiane delle aree rurali e montuose. Il Pad non ha mai digerito l'ascesa politica di Thaksin Shinawatra accusato di aver conquistato il potere comprando voti e manipolando le attese dei contadini, ritenuti troppo ingenui per partecipare appieno al processo democratico.
Date le recentissime vicessitudini politiche di cui si è brevemente accennato, delle quali non posso certo che rammaricarmi e che spero possano risolversi al più presto, ci daranno tuttavia la possibilità di evitare il turismo di massa della stagione alta, di viaggiare all'interno di una dimensione , almeno lo spero, più autentica.
Ottenuti i permessi, preparato il passaporto, inaugurato il blog, non ci resta che preparare lo zaino e imbarcarci alla volta del continente asiatico!
Arrivederci a Bangkok e che Budda ce la mandi buona!